Giuseppe Stilo presenta il libro “Flying Saucers from Naziland”

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UFO Nazisti - Il libro che spiega la vera storia sugli UFO nazisti e i dischi volanti tedeschi

Come Maurizio Verga, mi interesso da lungo tempo al mito degli “Ufo nazisti”. Come lui, ho raccolto parecchio materiale e, in qualche caso, ho dedicato articoli e capitoli di libri ad alcuni aspetti specifici del mito.

Verga però ha fatto molto di più. Semplicemente, quasi di certo è diventato il maggior esperto al mondo di questo mito contemporaneo bizzarro ma dai risvolti culturali sorprendenti.

Il mito degli Ufo nazisti nacque per un insieme di cause, tutte presenti in contemporanea, ci spiega Maurizio. Si trattava di cause assai diverse fra loro. Agivano personaggi diversi, in paesi distanti uno dall’altro, con intenti differenti a seconda della posizione in cui si trovavano. Dunque, non esiste “un” mito degli Ufo-nazi, ma ne convivono tanti, di norma non compatibili uno con l’altro, in altri casi ibridati fra loro.

Ecco alcune fra le cause principali che, secondo Maurizio, sostennero la nascita del mito.

La prima, prevalente nei paesi che appartennero all’Asse, è il revanscismo. Raccontare di armi portentose e che per il rotto della cuffia non avevano rovesciato le sorti della guerra, significava guardare con nostalgia e astio alla grandezza perduta.

La seconda, è la libertà di cronaca senza precedenti della stampa europea. La cosa valeva, naturalmente, in particolare per i paesi nei quali sino al 1945 avevano dominato dittature fasciste, ma anche per quella dei paesi democratici che li avevano sconfitti. Anche lì, a causa della guerra, le limitazioni dell’informazione e la censura avevano limitato la libertà di parlare di qualsiasi cosa. Ora, nel più totale sensazionalismo e nel fiorire di periodici di massa di ogni tipo, era possibile sbizzarrirsi.

La terza causa in una certa misura è conseguenza della seconda. Si tratta delle voci sul fatto che Hitler fosse ancora in vita e che in luoghi remoti del mondo esistessero basi segrete di neonazisti. Da quelle basi, si diceva, partivano i dischi volanti dei nazisti, che stavano preparando la conquista del mondo. Adesso, insomma, erano diventati, alla lettera, una minaccia “occulta”. Non erano più palesi, operavano segretamente, magari in qualche centro esoterico nascosto, nel cuore dell’Asia, nell’Antartico, o nel cuore dell’America del Sud. Anche su fantasie sinistre del genere, finalmente, i giornali potevano sbizzarrirsi.

La quarta causa è la comparsa di una nuova paura, quella di un ritorno della guerra a causa di un nuovo e più devastante scontro con i sovietici. I sovietici in una certa misura erano percepiti da buona parte dell’opinione pubblica come continuatori di un regime altrettanto spaventoso del nazismo. Per questo, molte volte i dischi volanti erano considerati come invenzioni naziste, catturate dai russi e da loro perfezionate. In questo modo, il mito Ufo-nazi non era più collocato nel passato, sia pur recente, ma reso più interessante dal fatto che gli avvistamenti di cui tutti parlavano potevano essere inquadrati in quel modo.

Infine, per parlare della quinta causa, non dimentichiamo che all’origine di alcune fra le storie principali sugli Ufo-nazi c’erano persone che, in modi diversi, cercavano di trarre profitto da queste fantasie tecnologiche. Il profitto poteva essere di tipo economico (cercare di vendere a governi e industrie i progetti dei “dischi” di cui dicevano di essere a conoscenza, oppure di promuovere proprie imprese ed attività usando i dischi nazisti come leva), di tipo sociale (acquisire status e notorietà presso i mezzi di comunicazione e il pubblico), o, magari, strettamente esistenziale in fasi complicate della propria vita (farsi rilasciare da un carcere adducendo di sapere che cosa erano davvero i dischi volanti). In qualche caso, invece, si può pensare a qualche caso di condizione psichica, tale da indurre narrazioni fantastiche, ma si tratta di situazioni residuali: il mito degli Ufo-nazi non si spiega in maniera adeguata facendo ricorso a categorie stigmatizzanti come la “follia”.

Quando avremo il secondo tomo di questo lavoro, la comparsa e il consolidamento delle versioni del mito Ufo-nazi saranno documentate con solidità. Al centro dell’attenzione di Verga ci sono il mito del super-velivolo, le storie dei suoi inventori e quelle sulla presunta super-scienza e sulla super-tecnologia dei seguaci di Hitler. Nell’insieme, lo sforzo di Maurizio coprirà il periodo che va dalla fine dell’ultima fase della guerra alla metà degli anni ‘50.

L’orizzonte di questo lavoro, dunque, riguarda solo occasionalmente l’altro volto del mito del nazismo “occulto”. Sebbene sia del tutto lecito separare le due parti a fini analitici, la storia delle idee generali sull’esoterismo nazista, dalla fase finale della Seconda guerra mondiale viaggia di pari passo con quella delle super-armi tedesche. Gli Ufo-nazi, soprattutto nella prima parte della loro storia, sono in larga misura proprio quello: una lettura grottesca, iperbolica, esagerata, delle capacità tecnologiche del Terzo Reich.

Per capire ancora meglio il parallelismo fra lato “tecnico” ed “esoterico” delle fantasie sul nazismo, è dunque bene disporre di un panorama sui rapporti fra pensiero occultistico e nazismo. Sebbene certi rapporti, nel complesso marginali, fra occultismo e alcuni nazisti ci siano stati davvero, in larga misura anche questo legame è in larghissima parte una costruzione culturale post-bellica. Come in molti altri casi, si tratta dell’invenzione a posteriori di una tradizione. In altri termini, con  le affabulazioni sul presunto esoterismo degli hitleriani, dopo la guerra è stato dato un fondamento soprannaturale a vicende che, per quanto tremende, sono assolutamente ordinarie e vanno spiegate con i mezzi dell’indagine storiografica, con la mentalità scientifica e l’analisi delle fonti.

Su richiesta di Maurizio, il secondo tomo di questo lavoro conterrà un capitolo dedicato ai legami, e agli pseudo-legami, fra nazismo e pensiero esoterico.

Come detto, la linea storiografica generale di Maurizio è questa: se spieghiamo bene la fase iniziale, quella statu nascenti di fenomeni della cultura pop come gli Ufo, capiremo bene gli sviluppi successivi. In particolare, ci renderemo conto che molte delle cose che sembrano novità per nuovi segmenti di pubblico e per le nuove generazioni di appassionati degli alieni, in gran parte dei casi esistevano già in quella prima fase. Maurizio ha già presentato questa posizione nel suo libro del 2020, Flying Saucers in the Sky, dedicato al 1947, l’anno della nascita del fenomeno.

Condivido questa impostazione, ma alcuni come me vorrebbero comunque una parte contemporanea della storia del mito Ufo-nazi.

Il motivo è che questo mito, dopo una fase di declino, è riesploso in forme nuove e si è diffuso tra porzioni di pubblico difficilmente pensabili nel passato. Inoltre, rispetto al periodo considerato da Maurizio, insieme alle linee tradizionali, ne ha inventate alcune nuove, mentre altre, magari secondarie, le ha portate in primo piano. Insomma, nel complesso, oggi il rapporto tra la fase iniziale e quanto si trova in rete è piuttosto debole.

Proprio per quanto vi ho appena detto, vi invito a leggere con particolare attenzione la lunga appendice che Verga ha dedicato a un personaggio tedesco a mio avviso molto interessante. Si chiamava Andreas Epp, ed ha avuto una caratteristica esemplare.

Fa parte della “seconda generazione” di esponenti della mitologia Ufo-nazi, e questo lo rende fin dall’inizio piuttosto diversi da quelli della prima fase, che per me termina con la pubblicazione negli Stati Uniti, nel 1957, della traduzione di un libro scritto da un ex-maggiore della Luftwaffe, Rudolf Lusar che, con apparente serietà, in un libro dedicato alle “normali” armi segrete tedesche della Seconda Guerra Mondiale, dedicava un paragrafo ai dischi volanti nazisti. In questo modo, il mito Ufo-nazi, prima poco discusso in America, cominciò a esser discusso dagli appassionati di Ufo. Questo permise la nascita di una letteratura non-europea sul mito, e, dunque un nuovo avvio.

Andreas Epp, come detto, inaugura la seconda generazione di sostenitori del nostro mito. Entra in scena nel 1956-57, utilizza come base alcuni temi propagandata dalla stampa germanofona nella prima fase, ma da lì si stacca rapidamente. La sua narrazione è completamente volta al futuro e alla modernità europea, non più alla costruzione di un passato mitico, di gloria e di sogni folli di potenza. 

Il processo che Epp utilizzò è interessante, perché dimostra la capacità del mito Ufo-nazi di adattarsi al passaggio del tempo. Mano a mano che la memoria diretta della guerra si allontanava, per farsi ascoltare occorrevano vie differenti. Come altri personaggi, Epp intende trarre profitto dalle presunte invenzioni che aveva realizzato sotto il nazismo, ma lo fa alla luce del sole. È un piccolo imprenditore, e si rivolge a imprese, organi di stampa, fiere industriali, quasi come se intendesse vendere la nuova utilitaria che tutti vogliono. Negli anni della rinascita economica europea, non è più utile usare troppo tinte tenebrose o da “mistero nascosto”.

Ma anche questa fase trascorre, e allora, dalla metà degli anni ‘80 ecco comparire un’altra modalità comunicativa e narrativa. Epp è ormai anziano, eppure è partecipe della rinascita del mito Ufo-nazi, quella che arrivò dopo un periodo di sua relativa eclissi, fra gli anni ‘60 e gli anni ‘70.

Intorno al 1985, con una determinazione notevole, alcuni tedeschi e austriaci cominciano a rilanciare il mito in una forma assai più articolata e complessa di un tempo. Diventa preminente l’occultismo che si richiama al pensiero völkisch, cioè all’esoterismo di estrema destra degli inizi del Novecento. Allo stesso modo, compaiono narrazioni distopiche, in cui i dischi volanti nazisti sono l’espressione di un mondo in cui la Germania ha vinto la guerra, oppure non è stata battuta, e domina almeno una parte del mondo. Nel corso del tempo, l’intento politico di queste fantasie è diventato sempre più scoperto. Diffuso in maniera in apparenza neutrale da videogiochi, video, meme, fumetti, produzione musicale, in realtà è diventato un veicolo potente per un’estetica nazista postmoderna. Grazie alla proiezione in avanti di una storia che non è mai esistita, permette di distorcere e interpretare in senso revisionista il passato. Restituisce l’idea di un mondo potente, orgoglioso, in cui la tecnica può tutto.

Non a caso, nelle versioni post-moderne del mito degli Ufo-nazi, i tedeschi sono in combutta con nuove potenze malefiche soprannaturali, quelle adatte al Ventunesimo secolo. Fin da prima della Seconda Guerra Mondiale, il regime nazista, e il suo capo in particolare, erano già considerati una specie di potenza infernale trasferita sulla Terra. A volte erano visti come stregoni in grado di manipolare le potenze, a volte come servi di Satana. Fu esemplare il libro di Hermann Rauschning, un funzionario nazista transfuga, che all’inizio del conflitto pubblicò in Francia e poi altrove il bestseller Hitler m’a dit, in cui il Führer era dipinto quasi alla lettera come un posseduto dal demonio.

Con la rinascita del mito Ufo-nazi, i nazisti sono in combutta con alieni malvagi, in specie provenienti dal sistema di pianeti della stella Aldebaran. Anche i dischi volanti nazisti non sono più una loro invenzione, ma una conseguenza del rapporto che hanno con gli alieni. Il “ricognitore venusiano” inventato nei primi anni ‘50 del secolo scorso dal contattista Ufo americano George Adamski è un’icona moderna, ed è stato reimpiegato e riprodotto in mille modi diversi. Ebbene, anche questo elemento classico dell’ufologia è stato reinterpretato con successo dai nuovi propagandisti degli Ufo-nazi.

Questo successo può sembrare sorprendente, ma va considerato per quello che è: un indicatore di gusti estetici e di idee culturali e politiche diffuse e vitali. Sotto molti profili le idee antiscientifiche e complottiste che lo accompagna è preoccupante. Di una cosa sono certo: si tratta di un fenomeno culturale da studiare. La documentazione senza confronti al mondo di cui dispone Verga ha cominciato a dare i suoi frutti. Mi auguro che questo volume sia solo l’inizio di un’interpretazione complessivo del mito degli Ufo nazisti e di ciò che gli sta intorno.

Giuseppe Stilo

CICAP
Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze